I droni russi che hanno invaso lo spazio aereo polacco avevano un obiettivo ben preciso: colpire, neutralizzare, forse distruggere il polo logistico di Rzeszow. Non un sito qualsiasi ma l'aeroporto dal quale transitano le consegne di armi e altri equipaggiamenti militari inviati dai Paesi occidentali e diretti all'Ucraina. È questa l'ipotesi più accreditata dalla Nato, secondo la quale almeno cinque dei velivoli senza pilota di Mosca avrebbero preso di mira l'hub di Rzeszow. Nel frattempo, il ministero degli Esteri polacco ha fatto sapere che sarà convocata una riunione straordinaria del Consiglio di Sicurezza dell'Onu per discutere di quanto accaduto.
L'obiettivo dei droni di Putin
Secondo quanto riportato dal settimanale tedesco Der Spiegel, i droni che la Russia ha inviato in Polonia sarebbero stati diretti verso Rzeszow. I caccia olandesi F-35 avrebbero intercettato specificamente gli Uav intenti a dirigersi verso il sito strategico. La Nato ha fatto sapere che i droni, apparentemente provenienti dalla Bielorussia, erano degli Shahed o delle repliche russe dei Gerlan. C'erano poi alcuni droni kamikaze più piccoli Gerbera. A quanto pare, tutti erano equipaggiati con ordigni esplosivi.
Secondo fonti della Bundeswehr, i due sistemi di difesa aerea Patriot tedeschi sono stati messi in stato di allerta. Hanno monitorato i droni con i loro sistemi radar, ma non hanno lanciato alcun missile difensivo. Una volta segnalata la presenza dei droni, sono decollati i caccia F-16 polacchi e gli stealth F-35 olandesi. I jet hanno abbattuto almeno tre degli oltre 20 droni presenti.
Cosa succederà adesso? Il settimanale tedesco scrive che la Nato ha una serie di regole concepite per garantire l'ordine nelle emergenze e fornire indicazioni in situazioni complesse. Ad esempio, l'articolo 5 del Trattato Nato stabilisce che gli alleati devono assistere un membro del blocco attaccato. Ma l'articolo 4 precede l'articolo 5: se uno Stato membro si sente minacciato, può convocare gli altri per una consultazione. Ebbene, la Polonia ha invocato l'articolo 4 mercoledì. L'ultima volta che questo meccanismo è stato attivato era il 24 febbraio 2022, il giorno dell'offensiva russa in Ucraina.
Le provocazioni di Mosca
"Questi droni sono stati impostati deliberatamente su questa rotta. Non avevano bisogno di seguire un simile percorso per raggiungere l'Ucraina", ha dichiarato il ministro della Difesa tedesco, Boris Pistorius, parlando di operazione deliberata da parte di Mosca. L'azione riflette la strategia di Vladimir Putin basata sulle provocazioni a bassa intensità. Con provocazioni di basso livello, il leader russo sta mettendo alla prova le capacità difensive dell'Occidente per vedere fin dove può spingersi.
Di recente, Putin si è ripetutamente scagliato contro l'idea della cosiddetta Coalizione dei Volenterosi, che garantirebbe una pace finale in Ucraina con truppe di terra occidentali. C'è chi ipotizza che l'ultimo attacco con i droni sia un monito lanciato da Mosca contro il perseguimento di questi piani. Il leader del Cremlino vuole chiaramente dare l'impressione che non esiterà di fronte all'eventualità di affrontare la Nato.