"Chi guarda, paga". A tremare c'è un "pezzotto" d'Italia, almeno cinque milioni di italiani che guardano il calcio e lo sport grazie a siti o decoder pirata. Da oggi chiunque verrà pizzicato a farlo, oltre a essere perseguito e multato dalla Guardia di Finanza, dovrà risarcire di tasca sua i licenziatari dei diritti sfruttati illegittimamente, ovvero Sky, Dazn e le altre piattaforme truffate. I titolari dei diritti televisivi del calcio in Italia hanno infatti formalmente richiesto (e ottenuto) dall'Autorità giudiziaria competente i nomi di quasi 2.500 utenti (altri 5mila sono in fase di individuazione) incastrati dalla Gdf grazie a un'analisi dettagliata di dati anagrafici, bancari e geografici, per un risarcimento fino a 10 anni di abbonamento.
"Guardare illegalmente contenuti mette a rischio chi lo fa e colpisce lo sport alle radici. Non è furbo. Non è gratis. Non è senza conseguenze", commenta Stefano Azzi, Ceo di Dazn Italia. "Chi sceglie di utilizzare le piattaforme pirata deve essere consapevole di compiere un vero e proprio furto", sottolinea Andrea Duilio, Ceo di Sky Italia. Il "pezzotto" è una pratica talmente diffusa da meritare un posto nella Treccani come "diminutivo di pezzo", ovvero sinonimo di oggetto contraffatto. Come funziona? Grazie al camcording, si fa rimbalzare all'infinito una partita regolarmente acquistata: così si sottraggono ogni anno 1,7 miliardi di Pil e si mettono a rischio 10mila posti di lavoro. Oggi l'Agcom è già in grado di bloccare il segnale entro i primi 30 minuti della partita, ma questo non è bastato a fermare il business della commercializzazione illegale di un segnale Iptv, che alimenta i circuiti sommersi del lavoro nero, dell'evasione e del riciclaggio in mano alle mafie.
"Si sta concretizzando quanto abbiamo sempre detto ovvero che chi sbaglia paga", conclude il numero uno della Lega Calcio Serie A Luigi De Siervo. Secondo il generale Gdf Crescenzio Sciaraffa, comandante del Nucleo speciale beni e servizi, durante le fasi di notifica delle sanzioni a domicilio molti dei clienti "pizzicati" hanno iniziato a collaborare con gli inquirenti. Oggi la pirateria è solo un illecito amministrativo per violazione del diritto d'autore che prevede una multa di 154 euro. Solo nel caso di reiterazione scattano le aggravanti di "distribuzione di materiale protetto da diritto d'autore", con o senza lucro, la multa aumenta a 5mila euro e diventa reato. In Parlamento si discute da mesi di una proposta di legge Fdi firmata anche dal presidente della commissione Cultura della Camera Federico Mollicone che prevede di alzare la multa da 154 a 500 euro e d portare la sanzione da 5mila a 16.233,77 euro per gli illeciti più gravi. Le risorse sarebbero destinate al Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell'audiovisivo. Per il commissario Agcom Massimiliano Capitanio, interpellato qualche giorno fa a margine del Festival del Cinema di Venezia, "la logica della pirateria è la stessa che ha animato i promotori del forum porno che ha scandalizzato l'Italia: l'idea folle, primitiva e barbara che in rete tutto sia lecito, compresi furti e violenza".
Sempre ieri l'Alliance for creativity and entertainment (Ace), la principale alleanza mondiale contro la pirateria, in coordinamento con Dazn, ha smantellato il sito illegale di streaming sportivo in diretta Calcio, che negli ultimi 12 mesi aveva totalizzato oltre 123 milioni di visite attraverso 134 domini per vedere illegalmente Serie A, Premier League, La Liga, Bundesliga, Ligue 1 ma anche Nba, tennis e Formula 1.